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domenica 12 febbraio 2012

Articoli Febbraio 2012


da LASTAMPA.it
"Caro prof, ecco come ti vorrei"
Le confessioni raccolte in due anni e mezzo di incontri all'Asai
La "lettera agli insegnanti" degli studenti torinesi: in un libro i consigli per migliorare la scuola
MARIA TERESA MARTINENGO
torino
Per due anni e mezzo Sara, Darlan, Giulia, Arber, Ivan, Eros, Ionut, Bianca, Ramona, Alice, Massimo e
Marta si sono incontrati ogni lunedì pomeriggio all’Asai per parlare di come si sta a scuola, di cosa
rappresenta la scuola per un adolescente. Ragazzi del Giulio, dell’Alfieri e di altri istituti, oggi in gran parte
maggiorenni. Ad ascoltarli, come raramente gli adulti fanno con gli adolescenti, un insegnante che è
anche riferimento per la categoria, Domenico Chiesa del Cidi, Centro Iniziativa Democratica Insegnanti, e
Riccardo D’Agostino, educatore dell’Asai. Da quel lungo ragionare e ascoltare è nato un piccolo libro che è
come una mano tesa al mondo degli adulti, una proposta di amicizia basata sulla chiarezza all’intera
categoria dei prof. Perché «Allora che ci faccio in mezzo al mare?», edito da Ananke, prefazioni di don
Ciotti e Moni Ovadia, si presenta esplicitamente come «Lettera agli insegnanti», macinata a partire da
«Lettera a una professoressa» di don Milani.
Al titolo, bisogna anteporre il resto della frase che Arber ha scritto per spiegare cos’è la cultura: «Io sono
un piccolo pesce in mezzo al mare: se non so cosa sia un pesce e non so cosa sia il mare allora cosa
faccio?». Arber dice che «serve la cultura per capire e vivere con se stessi, con gli altri, nel mondo».
Dunque, «ci sono buoni motivi per andare a scuola ma a volte è difficile rimanervi. Quali sono i motivi per
non lasciare la scuola? Perché molti ragazzi nel biennio abbandonano gli studi? Ponetevi anche voi
insegnanti queste domande - invitano i ragazzi -, ma non fermatevi rispondendo che non tutti sono
tagliati per andare a scuola. Nemmeno noi siamo così superficiali nel ragionare. Abbiamo 14 anni quando
ci affacciamo alla scuola superiore, non cerchiamo privilegi; se imparate a conoscerci, scoprirete che in
fondo vi chiediamo di aiutarci a crescere». Questo a volte accade e a volte no. «Ad una certa età, diciamo
dopo i dieci anni - dicono i ragazzi - si forma una frattura tra il mondo degli insegnanti e il nostro».
Tutti d’accordo: «Un bravo insegnante non molla mai, soprattutto con chi parte in difficoltà» che è «il
motivo per cui la scuola esiste e non un intoppo da isolare». Ancora: «Non abbiamo bisogno di nuovi
amiconi; siete bravi quando state dalla parte del nostro apprendimento e lo perseguite con tenacia... Di
voi ci piace la passione. Se un insegnante è senza passione, come può pretendere che gli studenti
Edscuola Board :: Leggi argomento - Caro prof, ecco come ti vorrei 11/02/12 15.27
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voi ci piace la passione. Se un insegnante è senza passione, come può pretendere che gli studenti
abbiano interesse per lo studio?». Un giorno Eros ha su Facebook una conversazione con un suo
insegnante. Che gli dice: «Vero, noi seminiamo, ma l’unico frutto che intendo raccogliere è mio figlio... voi
siete solo di passaggio e non credo che se uno di voi va male la colpa sia in parte nostra». L’ammissione,
per il gruppo, del rifiuto di responsabilità. «Questo libro - dice Domenico Chiesa - vuole essere una
sollecitazione pubblica per mettere in evidenza alcune deformazioni del lavoro dell’insegnante. I ragazzi
riconoscono la severità, sanno che l’insegnante che non li fa lavorare non è un vero maestro». Il vero
maestro - emerge in tutto i libro - usa l’ascolto, il rispetto, la fiducia. «Quello dell’insegnante, i ragazzi lo
dicono in ogni pagina, è un mestiere. Che è anche relazione umana». Il libro sarà presentato mercoledì e
giovedì nelle scuole Gabelli e Giulio, al Cidi, all’Asai e alla libreria Trebisonda. In tutte le occasioni sarà
presente il maestro di strada Cesare Moreno (info in www.ciditorino.org)
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da Tecnica della Scuola
L’Invalsi è “potenziato” ma deve arrangiarsi
di A. M. B.
Cambiano le regole che definiscono il funzionamento dell'Invalsi. Le nuove disposizioni sono contenute
nell'art. 51 del decreto legge n. 5
Il nuovo testo del Decreto legge in materia di semplificazione e sviluppo, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale del 9-2-2012, cambia anche la norma sull’Invalsi. L’articolo ha ora il numero 51, si intitola come
prima “Potenziamento del Sistema nazionale di valutazione”, e stabilisce che all’Invalsi è affidato il
“coordinamento funzionale” del Sistema. A tale fine si avvale dell'Agenzia per la diffusione di tecnologie
per l'innovazione. Però la revisione del Mef anche qui ha lasciato il segno: “Le Amministrazioni
provvedono all'attuazione del presente comma con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. La frase è ripetuta
ossessivamente in tutti i quattro articoli che riguardano le “Disposizioni per l'istruzione”. Qualche spiraglio
si apre circa la “Modernizzazione del patrimonio immobiliare scolastico” perché si punta a “sviluppare utili
sinergie” coinvolgendo soggetti pubblici e soprattutto privati. Per l’Invalsi sparisce inoltre la possibilità
scritta espressamente di avvalersi “anche della prestazione professionale di esperti di comprovata e
specifica esperienza” come prevedeva la versione precedente, pur con la precisazione di rimanere “nei
limiti delle risorse finanziarie attribuite all’Istituto medesimo”. Resta invece il contestato comma in base al
quale “le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d'istituto, alle rilevazioni nazionali
degli apprendimenti degli studenti”, già oggetto di forti critiche sindacali. Vedremo cosa uscirà dopo
l’esame del Parlamento.
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da LASTAMPA.it
ricerca Eurydice ed Eurostat
Ue, presto "grave carenza" di insegnanti, anche l'Italia a rischio
Oltre la metà è vicina a pensione ma le nuove leve sono sempre meno
bruxelles
Diversi paesi Ue, tra cui l'Italia, rischiano tra pochi anni di ritrovarsi senza un numero sufficiente di
insegnanti nella scuola primaria e secondaria. è l'allarme lanciato oggi dalla Commissione europea,
secondo cui Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Austria e Belgio «potrebbero trovarsi di fronte a
una grave penuria di insegnanti», in quanto il numero di coloro che sono prossimi alla pensione supera o
è vicino alla metà di tutti gli effettivi, mentre sempre meno nuove leve entrano nella professione.
In Italia, in particolare, nell'insegnamento primario il gruppo di docenti over 50 è al 44,8%, mentre in
quello secondario sale al 57,9%. In Italia, lo scarto tra giovani e nuovi insegnanti è notevole. Nelle scuole
elementari, a fronte del 44,8% di maestri ultracinquantenni, quindi quasi la metà, solo lo 0,9% ha meno
di 30 anni, e appena il 17,1% ha meno di 40 anni. Sono il 37,2%, invece, gli insegnanti che hanno tra i
41 e i 49 anni.
Anche Germania e Svezia hanno circa la metà di docenti elementari over 50, rispettivamente 49,3% e
48,1%, ma hanno comunque un maggior numero di 'nuove levè rispetto all'Italia (gli under 30 tedeschi
sono il 6,6%, quelli svedesi il 5%, mentre gli under 40 sono rispettivamente il 22,1% e il 23,1%). I
maestri sono invece soprattutto giovani in Belgio, Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Malta e Gran Bretagna,
dove oltre il 20% ha meno di trent'anni e quasi il 30% meno di quaranta.
Nelle scuole secondarie, dove in generale in Europa l'età media dei professori è maggiore rispetto a quella
dei maestri, per l'Italia la situazione è ancora peggiore, detenendo il record assoluto nell'Ue di anzianità. A
fronte della stragrande maggioranza costituita da un corpo docente ultracinquantenne (57,8%), secondo i
dati di Bruxelles appena lo 0,5% è under 30, solo il 10,2% è under 40 e il 31,4% ha tra i 40 e i 49 anni. A
seguire la Germania, con il 50,7% di ultracinquantenni, che compensa però con il 3,6% di under 30 e il
20,8% di under 40. Mancano nuove leve anche in Austria, Spagna e Bulgaria, mentre Malta è il paese con
i docenti più giovani (oltre la metà ha meno di quarant'anni), seguita da Polonia e Portogallo dove la
fascia tra i 30 e i 39 anni è quella più folta.
Edscuola Board :: Leggi argomento - Ue, presto 'grave carenza' di insegnanti, anche l'Italia ... 11/02/12 15.30
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La maggior parte degli insegnanti, mette in evidenza lo studio di Bruxelles realizzato da Eurydice ed
Eurostat, tendono ad andare in pensione appena hanno i requisiti per farlo, tranne oltre un 5% di maestri
che continua a lavorare in Danimarca oltre l'età minima pensionabile, e oltre il 5% nella scuola secondaria
in Italia, Cipro, Polonia, Finlandia.
In Germania, Svezia e Norvegia questo avviene in entrambi i livelli scolastici, mentre nella Repubblica
Ceca, Estonia, Lettonia e Slovenia più del 5% continua a lavorare anche oltre l'età pensionabile ufficiale. E
sebbene a partire dal 2001 i requisiti per andare in pensione siano stati resi più stringenti, «se le
condizioni rimangono invariate», avvertono gli esperti della scuola di Bruxelles, «i paesi dove le
proporzioni di insegnanti in gruppi di età successivi ai 40 anni prima raggiungono un picco e poi calano,
come in Germania, Italia e Austria, si troveranno di fronte a pensionamenti di massa nel vicino futuro».
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cavallo al galoppo

cavallo al galoppo
disegno di Elisa Pistoni, 1E

Le foto di Elena e Francy

classe 1^ E

Napoleone a Lonato

Napoleone a Lonato